Estratto da “Famelici” 19 Aprile 2021
Scopri come i cambiamenti climatici influiscano sulla produzione di olio di oliva.
Sei un produttore di olio d’oliva? In questo articolo Claudio Vignoli offre dei consigli per far fronte ai cambiamenti climatici in modo da salvaguardare il tuo raccolto:
“Di certo è molto improbabile che i cambiamenti climatici arrestino la loro inesorabile corsa! Quindi tornare a prevedere la stagione del raccolto è, a mio modesto parere, impossibile.”
Un aiuto agli agricoltori può venire però dall’Agricoltura 4.0
“Questa offre tecnologie in grado di prevenire fino a 7 giorni in anticipo il rischio di attacco alle piante di alcune malattie comuni come la mosca, l’occhio di pavone, la tignola e la lebbra. Si tratta di stazioni meteorologiche le quali oltre a fornire accurate previsioni meteo permettono, tramite algoritmi particolari ed una consulenza agronomica ad hoc, di conoscere in anticipo il rischio di formazione delle suddette malattie e quindi consentono agli agricoltori di effettuare trattamenti fitosanitari specifici per quella/e malattia/e. Questa combinazione tra previsioni meteo, consulenza agronomica in tempo reale H24 e algoritmi in grado di prevedere la formazione di alcune malattie permettono all’agricoltore di gestire con un elevato grado di precisione la produzione dell’oliveto.”
Non è solo il clima a cambiare. Anche i paesi produttori di olio d’oliva cambiano. Claudio Vignoli ha fornito una chiara spiegazione della situazione attuale a livello mondiale:
“In parte la situazione è già cambiata. Questo non è dovuto solo a cambiamenti climatici. Dagli anni 90 sono state piantate grandissime superfici di olivo in Sud America, Australia, Nuova Zelanda, Sud Africa e California. Tutti paesi dove la vite e la produzione di vino hanno dato ottimi risultati. La differenza principale rispetto all’olivicoltura italiana è il tipo di approccio e la mentalità con cui si sono piantati questi olivi. Sono stati scelti sistemi di olivicoltura non tradizionali, densità di piante che arrivano anche a 2000 per ettaro, impianti di trasformazione ultra moderni e di grandi capacità produttive, trattamento dei reflui e produzione di biomasse. Risultato? Produzione di oli di qualità a costi molto inferiori a quelli di casa nostra.”
Tutto ciò influisce sulla qualità dell’olio d’oliva presente sul mercato:
“A causa dei cambiamenti climatici la qualità è in parte già cambiata. Soprattutto i danni maggiori si hanno alla produzione in termini di quantità di olive prodotte e alle rese in olio delle olive stesse le quali sono in calo.
In conseguenza dei forti temporali che si sono prodotti l’autunno scorso e nel periodo dicembre 2020/gennaio 2021, in Spagna gli olivi hanno subito dei danni irreversibili per la campagna in corso e per le prossime due campagne. Le forti piogge e i temporali hanno causato gelate e i frutti sono caduti dalle piante. Il che si traduce anche in un abbassamento della qualità! Oli prodotti con olive raccolte dal suolo non sono classificati come extra vergine bensì come vergine o addirittura lampante. In ultimo la resa in olio è diminuita dell’1,5 – 2% rispetto alla campagna precedente.”
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