Estratto da “Teatro Naturale” 26 Novembre 2021
I dati di export in alcuni Paesi, come Usa, Cina e Giappone, sono molto altalenanti. Quale convenienza può avere un produttore di olio evo di qualità nell’investire per penetrare in tali mercati?
Il consumo di olio EVO di qualità è in crescita e gli USA sono ormai il terzo Paese a livello di consumo di olio, dopo Italia e Spagna, e il primo Paese consumatore fuori dalla Comunità Europea.
Anche per questo è oggi il primo importatore di olio di oliva al mondo, con un consumo pro capite di un litro per persona all’anno (superando la media mondiale che si attesta attorno agli 0,45 litri).
Relativamente alla Cina, il consumo di olio di oliva ha percentuali ancora molto basse, anche se stiamo assistendo a un trend di crescita soprattutto nelle grandi città e nella fascia di popolazione dai 25-30 anni che ha viaggiato all’estero.
Al contrario, il Giappone può dischiudere maggiori possibilità. Il consumatore giapponese, infatti, è più simile a quello europeo nella ricerca di prodotti di qualità e nell’attenzione al benessere strettamente correlato all’alimentazione. È quindi un consumatore disposto a pagare anche un prezzo elevato in ragione della qualità e della provenienza del prodotto, ma è anche molto esigente e non solo in termini di gusto ma anche nel packaging del prodotto. Il mio consiglio? Adottare un approccio di marketing che sia in armonia con la cultura sofisticata e complessa di questo Paese.
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