Estratto da Gazzetta del Gusto 18 Gennaio 2022
Solitamente l’arrivo dell’inverno coincide anche con la comparsa di un prodotto che è tra i simboli della nostra dieta mediterranea: l’olio nuovo o novello. Non a caso è possibile imbattersi in prodotti che vengono pubblicizzati con la dicitura “olio novello di prima spremitura”.
Ma di cosa stiamo parlando esattamente?
«La legge prevede una sola dicitura, quella di Olio extravergine di oliva. – spiega Claudio Vignoli, sommelier e consulente internazionale nel settore oleario – Tuttavia, per consuetudine, viene considerato olio nuovo quello maturato meno di 4 mesi dalla frangitura».
Ma quali sono le caratteristiche organolettiche che ci danno la certezza di trovarci di fronte a un olio nuovo?
«In primo luogo il colore, che deve essere di un bel verde brillante anche se col tempo tenderà a diventare meno intenso, e la corposità. Poi l’aroma, decisamente fruttato, di oliva appena spremuta. Infine, il gusto, amarognolo e piccante. L’olio nuovo, infatti, all’assaggio rilascia quel tipico pizzicore che spesso, erroneamente, viene percepito come un difetto. In realtà è indizio di qualità del prodotto ed è dovuto all’elevata presenza di antiossidanti preziosi per la nostra salute»
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Olio novello, quanto lo conosciamo davvero?