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Frodi commerciali e disinformazione

Da 22 Febbraio 2022Nessun commento

Estratto da Gazzetta del Gusto 13 Dicembre 2021

Ha fatto molto discutere il Panel test di Altroconsumo pubblicato lo scorso 25 novembre che prendeva in esame 30 marchi di olio di oliva presenti sugli scaffali della GDO. Sul fronte delle analisi chimiche, fortunatamente, la nota rivista dedicata ai diritti dei consumatori, non rilevava nessuna frode. Tuttavia dei 30 prodotti presi in esame, 11 presentavano difetti legati alla qualità organolettica (gusto e aroma, per intenderci) tali da impedirne la classificazione come extravergine.

Se l’etichetta non basta a tutelarci sulla qualità e genuinità di un olio evo, come possiamo orientarci nell’acquisto?

«In realtà le norme in materia di etichettatura e repressione frodi sono molto rigide e pertanto è difficile che si vendano oli che non rispecchino quanto dichiarato in etichetta» spiega il nostro esperto Claudio Vignoli, consulente internazionale nell’industria olearia.

 

Un caso emblematico di frode alimentare è quello che ha recentemente interessato il Laboratorio Chimico delle Dogane di Gaeta che, grazie alle analisi effettuate, ha scoperto dieci tonnellate di olio destinate al mercato degli Stati Uniti (10.992 bottiglie), corrispondenti a un valore di 26mila euro, spacciate per extravergine, erano in realtà olio vergine di oliva. La scoperta ha condotto alla denuncia del rappresentante legale dell’azienda esportatrice.

«Personalmente ritengo che, in casi come questo, sarebbe interessante e giusto che il nome dell’esportatore in questione fosse reso pubblico. Ciò andrebbe a tutela delle esportazioni dei prodotti Made in Italy, degli operatori del settore onesti e dei consumatori di tutto il mondo che tanto apprezzano le nostre eccellenze».

Leggi l’articolo completo al link:

Olio extra vergine di oliva: frodi commerciali e disinformazione

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