Estratto da La Gazzetta del Gusto 7 Aprile 2022
Dallo scorso 15 febbraio 2022 il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, di concerto con il Ministro del Turismo, ha indicato le «linee guida e indirizzi in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità per l’esercizio dell’attività oleoturistica»
Atteso da oltre due anni, il decreto attuativo dell’oleoturismo, che prevede anche sgravi fiscali per gli operatori del settore, rappresenta un punto di partenza importante per rilanciare l’olivicoltura italiana, per valorizzare le nostre DOP e IGP e, al tempo stesso, dare nuova linfa anche al comparto turistico, dopo due stagioni di estrema sofferenza. Ne parliamo con Claudio Vignoli, consulente internazionale nel settore oleario.
È evidente che tutto ciò darà nuovo slancio al comparto turistico oltre che a quello olivicolo, valorizzando zone oggi ancora poco conosciute, come già è accaduto nel mondo del vino. L’olio come molte altre nostre eccellenze enogastronomiche può diventare un volano importante per la ripartenza.
«Da noi in Italia una base di partenza importantissima per lo sviluppo di un sistema oleoturistico è rappresentata dall’Associazione Nazionale Città dell’Olio che ha già svolto un ruolo chiave anche nella definizione e approvazione del decreto» sottolinea Claudio Vignoli.
Un altro esempio virtuoso viene dall’Associazione La Strada dell’Olio Umbria DOP che sta lavorando alla valorizzazione del turismo dell’olio già dal 2004. Dopo aver creato una rete di eccellenze legate alla cultura, alla coltivazione dell’olivo e alla produzione dell’olio in Umbria, l’Associazione è, infatti, riuscita a trasformare il territorio regionale in un percorso ideale che valorizza i produttori, i luoghi di produzione e i territori dell’Umbria rurale, proponendo esperienze da vivere nei luoghi di produzione dell’Olio e.v.o. di qualità.
«Progetti come quelli portati avanti da la Strada dell’Olio Umbria DOP sono oggi il nuovo modello a cui guardare per la promozione del nostro olio evo in tutto il mondo. Sarà però indispensabile che tutti i protagonisti siano capaci di intercettare i nuovi desiderata del turismo post covid per costruire pacchetti ed esperienze dotati di appeal» conclude Claudio Vignoli.
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