Estratto da “Teatro Naturale” 21 Gennaio 2022.
Entro il 2022 l’Unione Europea dovrà stabilire una legge sull’etichettatura dei prodotti alimentari. Cruciali saranno l’estensione dell’obbligo dell’indicazione di origine e l’introduzione della bollinatura fronte-pacco contenente informazioni nutrizionali. Una scelta quest’ultima che, di fatto, apre la porta al Nutri-Score, il sistema attualmente in vigore in Francia e che sembra insidiare il nostro made in Italy.
I pro e i contro di NutriScore
I pro: NutriScore risponde efficacemente alla necessità, espressa anche dalla Commissione europea nell’ambito della Strategia Farm to Fork, di un sistema semplice che fornisca un’informazione facilmente leggibile e che aiuti il consumatore a ridurre grassi, zuccheri e sale, oltre ai cibi troppo calorici.
I contro: il sistema non considera gli additivi e, quindi, non penalizzerebbe i prodotti industriali e confezionati. Un esempio spesso portato avanti dai detrattori è quello della lattina di Coca Cola Zero e dell’Olio di oliva: alla prima Nutri-Score assegna la lettera B e il colore verde chiaro (in pratica, il via libera al consumo) mentre al secondo assegna la lettera C e il colore arancione scuro (quindi, una sorta di “allerta” sull’opportunità di consumarlo).
Un altro elemento di criticità è il fatto che la valutazione di Nutri-Score è riferita alla quantità standard di 100 grammi (o 100 ml): in questo modo alcuni alimenti, come il già citato olio extravergine di oliva o il parmigiano reggiano, possono essere penalizzati risultando troppo grassi (con punteggio C e colore giallo o arancione scuro). Un’indicazione che, in pratica, non tiene conto del fatto che quasi nessuno utilizza 100 grammi di olio o di parmigiano per condire una porzione di pasta.
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