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Nuova vita per la sansa di oliva

Da 22 Febbraio 2022Nessun commento

Estratto da Gazzetta Del Gusto 11 Febbraio 2022

La trasformazione della sansa: un’opportunità da cogliere

Guardando all’industria olearia, interessanti opportunità possono arrivare dalla trasformazione della sansa, ovvero il residuo dell’estrazione meccanica dell’olio di oliva costituito da parti di polpa, dai noccioli e dalla buccia delle olive, il cui smaltimento fino a poco tempo fa rappresentava un costo e un impegno notevole per il frantoio.

«Oggi la sansa è una materia prima sempre più ricercata per la sua grande versatilità d’impiego: da un lato nel settore delle energie rinnovabili (come biocombustibile) e dall’altro nell’industria dei mangimi» afferma Vignoli.

All’estero, molti produttori di olio stanno investendo per cogliere al meglio tutte opportunità dischiuse dalla crescente domanda di fonti energetiche sostenibili.

«Il nostro Gruppo per esempio – spiega Claudio Vignoli – sta affiancando un’azienda agroalimentare australiana, la Cobram Estates Olives, proprio nell’integrazione delle tecnologie per l’essiccazione controllata della sansa all’interno delle attività produttive. L’obiettivo è trasformare in valore aggiunto gli scarti della lavorazione delle olive provenienti dagli uliveti di proprietà».

Vignoli conclude che il potenziale è, quindi, altissimo anche qui in Italia, soprattutto se si tiene presente che (a seconda delle annate) nel nostro Paese la produzione annua media di sanse è di circa sui 2,5-3 milioni di tonnellate. Il loro utilizzo (o ricircolo virtuoso) per la produzione di biomasse combustibili potrebbe avere un impatto estremamente positivo non solo sull’ambiente, ma anche sul settore olivicolo stesso, attualmente stretto nella morsa dei costi energetici e penalizzato dai cambiamenti climatici.

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