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Olio extravergine di oliva e Nord America: quali prospettive?

Estratto Da Gazzetta del Gusto 9 Marzo 2022

Il Nord America, come molti altri Paesi non lambiti dal Mar Mediterraneo, è coinvolto in maniera attiva nel mercato dell’olio d’oliva. Al riguardo, negli Stati Uniti, il 70% delle importazioni di condimenti da tavola è rappresentato proprio dall’olio extra vergine di oliva. Negli ultimi 25 anni, in Canada, il mercato dell’olio è cresciuto costantemente. Un dato sorprendente se si tiene conto del fatto che il bene in questione non rappresenta un ingrediente principale della tradizione gastronomica nazionale.

La pandemia tuttora in corso ha influenzato negativamente diversi settori economici. Che conseguenze ha subito l’export italiano di olio evo nel mercato nordamericano?

«In contro tendenza l’olio evo è stato uno dei pochi settori (come del resto quello agroalimentare) che la pandemia non ha impattato negativamente. I dati diffusi da COI indicano addirittura il 2020 come anno del record storico per i consumi mondiali di olio di oliva saliti a 3,1 miliardi di chili, praticamente raddoppiati negli ultimi 30 anni. In Europa il prodotto ha registrato un +15,6% nelle esportazioni verso i Paesi extraeuropei fra ottobre 2019 e settembre 2020, in particolare verso Australia (+37,5%), Brasile (+31%) e Canada (+28,1%). Tuttavia nei primi nove mesi del 2021 l’export italiano di olio ha visto una flessione del -6% in volume e del -4% a valore e la performance peggiore si è riscontrata proprio in USA (-14% in volume e -4% in valore) dove si sono scontati soprattutto i problemi legati alla logistica (non solo trasporti ma anche reperimento dei materiali per confezionamento e imballaggio). È poi mancata del tutto la vendita legata all’incoming dei turisti stranieri che venivano nelle nostre aziende agricole. Anche se la perdita è stata controbilanciata dallo sviluppo della vendita online».

 

Leggi l’intervista completa al link:

Olio extravergine di oliva e Nord America: quali prospettive?

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