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Olio IGP e DOP

Da 31 Gennaio 2022Nessun commento

Estratto da “Viaggi del Gusto Magazine” 14 Maggio 2021. 

Come il vino, anche l’olio è stato sottoposto a dei rigidi protocolli che lo rendono classificabile a seconda delle fasi di lavorazioni delle olive, del territorio nel quale sono state coltivate e, in generale, di tutte quelle caratteristiche che ne evidenziano l’appartenenza esclusiva a quella determinata regione o località.

I termini “Dop” (Denominazione di Origine Protetta) e “Igp”  (Indicazioni Geografiche Protette) sono marchi di qualità utilizzati che fanno riferimento a quei generi alimentari che presentano un forte legame col territorio di produzione ma non solo (Regolamento CEE n.2081/92).

Cosa significano

Si può quindi classificare l’olio per renderlo riconoscibile a seconda che sia a marchio:

DOP: utilizzato per definire quei prodotti coltivati e trasformati in una determinata area geografica. Le loro peculiarità in termini di sapore, di intensità di gusti, di colore dipenderanno sia dalla lavorazione vera e propria sia dalle caratteristiche naturali della regione stessa. Gli oli che ottengono la Dop devono rispettare un disciplinare di produzione ben preciso che impone il soddisfacimento di alcune regole molto stringenti a garanzia di un posizionamento sul mercato ben definito a favore del consumatore;

IGP: viene utilizzato in riferimento a quelle categorie di alimenti le cui caratteristiche sono così particolari in quanto almeno una delle sue fasi di produzione sia stata svolta in un’area geografica individuata. Come si comprende, quindi, il legame col territorio è molto più forte nei prodotti a marchio dop diversamente dalle igp.

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L’Olio di oliva tra un cucchiaio di storia, salute e bellezza

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